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COMMEDIE DEL CINQUECENTO

A CURA DI IRENEO SANESI

VOLUME PRIMO

  BARI
  GIUS. LATERZA & FIGLI
  TIPOGRAFI—EDITORI—LIBRAI
  1912

PROPRIETÁ LETTERARIA
GENNAIO MCMXII—30148

I TRE TIRANNI

DI AGOSTINO RICCHI

A LO ILLUSTRISSIMO E REVERENDISSIMO SIGNORE

IPPOLITO IL CARDINAL DE' MEDICI
AGOSTINO RICCHI

Se la eterna Maestá a le ostie, ai tempii ed a le statue piú che aicori, agli animi ed a la fede riguardasse, quelli che a pena porgereagli altari suoi le picciole immagini ponno, disperando de le celestigrazie, di porgerli i fidi voti si rimarrebbero. Ma perché il grandeIddio piú gode de la fervida volontá dei cori che de la gonfiatasuperbia dei doni, ciascuno a la somma bontá ricorso, lá dove il freddopoter manca, supplisce con il caldo volere: ne la guisa che, ne loofferire al gran vostro nome il primo parto del mio ancora acerboingegno, faccio io; rendendomi certo che stenderete in accettarlo lasacra destra con quella istessa natia clemenza con la quale il grandeArtaserse abbassò la real bocca, l'acqua pura gustando che con le ruvidemani il semplice pastore rozzamente gli porse. E perché lo eccelso revie piú si umiliò in ber l'anima che insieme con le onde del fiume ilboscareccio uomo gli diede che nel ricevere i preziosi doni dei potentisignori non soleva, ancora l'Altezza Vostra si umilierá nel prendere ilcore che insieme con queste mie prime fatiche gli offerisco nonaltrimenti che si faccia in accettare gli alti poemi che i chiariprencipi de le sacre scuole de le lettere, in ciascun luogo, in ognitempo ed a tutte le ore, li consacrano. Né si creda però che io sítemerario fossi che a voi, che obbietto degli onori siete, per onorarviinviassi l'opra che io come in poco spazio di tempo forse con pocaesperienza d'arte feci, ancora che a Dio, a cui né crescere né scemaresi può di gloria, veggiamo, non misurando la grandezza sua, cantareinni, ardere incensi ed accender lumi; anzi perché (sí come le coseposte ne' tempii, per vili che sieno, di indegne degnissime diventano),essendo al magnanimo Ippolito consecrata, di bassa e negletta vengadagli uomini pregiata: ché, per tenere sculto ne la sua picciola fronteil pregiato nome vostro, i pellegrini spiriti che vi adorano lasolleveranno con la medesima fortuna che dal tempo abbattuta colonna,per la riverenza de l'antico titolo che in essa si legge, si solleva. Ese a me di ciò punto vien di onore, non altrimenti lo estimerò chesoglino li umili sacerdoti i fumi degli odorati incensi e gli altrionori di che essi participano, ricognoscendo tutto da colui che ècagione in loro di tali grazie.

Di Ferrara, a li XXV di luglio M.D.XXXIII.

PERSONE

  GIRIFALCO vecchio
  PILASTRINO parasito
  ORGILLA fante di Girifalco
  SIRO }
  TIMARO } servi di Crisaulo
  CRISAULO nobile
  FILENO servo di Crisaulo
  FILOCRATE giovane
  CALONIDE madre di Lúcia
  LÚCIA figliuola
  EPARO lavoratore
  LISTAGIRO parasito
  FRONESIA fante di Lúcia
  ARTEMONA roffiana
  COMPAGNI

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