LA
VITA ITALIANA
NEL TRECENTO
Conferenze tenute a Firenze nel 1891
DA
R. Bonfadini, F. Bertolini, A. Franchetti, M. Tabarrini,E. Masi, P. Rajna, I. Del Lungo, E. Nencioni, A. Bartoli,A. Graf, D. Martelli, P. G. Molmenti, C. Boito
Con 13 profili di V. Corcos.
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1895
—
Terza Edizione.
PROPRIETÀ LETTERARIA
Riservati tutti i diritti.
Tip. Fratelli Treves
Arduo assunto il mio! Dovrei descrivervi la sala, ilpubblico, l'ora del tempo e l'infida stagione, gareggiarecon l'artista, squisitamente elegante, che in pochi tocchisa cogliervi la fisonomia del “dicitore„ o, come oggi lochiamano, del conferenziere; dovrei riepilogarvi in breviparole più d'un lungo discorso. E, ahimè, la penna nonsi addice a simili miracoli; è sempre quell'arnese, dicui scriveva il Giusti alla nipote, la povera signora Guglielmina,che “quanto più si sa tenerla in mano e piùscotta„.
La sala è ad ogni descrizione ribelle: gli splendidiarazzi delle pareti, dove con vivi colori sono intessuteantichissime storie, i fregi dei lacunari di legno intagliato,la cristallina iridescenza delle lumiere veneziane,le linee armonicamente severe d'un camino scolpito dasettignanesi scalpelli, e il formicolio delle teste aspettanticon impazienza curiosa l'ora del raccoglimento e dell'attenzione,e l'incrociarsi degli sguardi balenanti dapupille di ogni colore, e la varietà degli abbigliamentie delle acconciature, e il pissi-pissi confuso di frasi e parole[vi]d'ogni idioma e di ogni pronunzia.... son tutte coseche non si mettono in carta e non si stampano, nemmenoco' lenocini della cromo-tipografia. E il pubblico?l'ho già detto altre volte: non si ritrae. Occorrerebbeun catalogo di nomi, garbatamente aggettivato sul gustodi quello che leggesi in certo capitolo del Piacere diGabriele d'Annunzio; e ad ogni nome dovrebb'esseresovrapposta una piccola corona od altro segno blasonico,ornandone le iniziali con il profilo d'una testa muliebre.Poi, a compiere il quadro, bisognerebbe illuminarlo conla luce discreta che piove da' finestroni d'un antico palazzo,nell'ora in cui il sole, indorando le case di faccia,richiama i pensieri a' bei tramonti primaverili, quand'essofrastagliasi tra le chiome dei lecci e delle quercedelle Cascine.
Meglio presentarvi, uno alla volta, i lettori che hannosalito trepidando i due scalini della cattedra del palazzoGinori, salutati sempre da un applauso cortese che, nelsuo muto linguaggio, avrebbe voluto dir tante cose.
Badate, avvertivano quei battiti di manine impazienti,badate di non passar quel termine, oltre il quale ancheuna conversazione criminosa languisce! Badate; il panedella scienza deve avere, mercè vostra, il lievito delicatodi quello che ha l'onore e la fortuna d'essere morsoda' nostri dentini! Via le orribili citazioni latine chel'orecchio non sente! ci bastan quelle del nostro paroissien,