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Abrakadabra
Via Pasquirolo, 14
Printed in Italy
Al mio ottimo amico
Professore Angelo Vecchio.
Tu lo volesti, ed io ho compiuto l'«Abrakadabra». Lo dedico a te, chemai non cessasti di insistere perchè io conducessi a termine questobizzarro lavoro, tante volte ripreso e sospeso.—Ecco un libro, che aipiù sembrerà una stravaganza, fors'anche una insensatezza Tu, arguto egentile, scoprirai in esso qualche seria intenzione, qualche temasociale e politico degno di meditazione e di studi. Io ho pagato ilmio debito a te ed ai pochi dei quali ho ambito la stima e l'affetto.Questo mi stava a cuore; del pubblico superficiale e svogliato poco mipreme. Ti ringrazio del bene che mi hai fatto incessantemente,spronandomi al lavoro e combattendo le mie diffidenze. Ricordamisempre quale uno de' tuoi amici più affezionati.
Caprino Bergamasco, 28 novembre 1883.
Perchè quell'uomo si chiamasse «Abrakadabra».
Nell'aprile dell'anno 1860, un eccentrico personaggio venne ad abitarel'alpestre paesello di C….
Era un uomo sui cinquant'anni, magro, sparuto, dagli occhi incavati edimmobili, dal sorriso amorevole, tratto tratto mefistofelico.
La foggia del suo soprabito nero, ampio, abbottonato fino al mento elungo fino al tallone; la callotta di tela ch'egli portava, a guisa diturbante, involta a più riprese da una fascia azzurra; tutto il suoabbigliamento formava una strana figura di prete e di pascià, chelungi dal riuscire ridicola, ispirava simpatia e rispetto.
Quell'eccentrico personaggio aveva preso in affitto una casa dirustiche apparenze, ma comoda e decente. Tutti lo sapevano ricco e digran cuore. I poveri del paesello dicevano che quel forestiere erastato mandato in paese dalla Provvidenza. Nei primi tempi lochiamavano il signore.
Erano con lui due domestici ed un medico. Questi gli stava sempre alato. Rare volte parlavano assieme. Quando uscivano al passeggio, ilmedico leggeva o fumava; l'altro a giudicarne dalla immobilità dellosguardo, pareva assorto in una sola, irremovibile idea. In paesecorreva voce che il signore fosse malato di cervello per eccessivaapplicazione agli studi, e avesse appunto abbandonata la città perritemprarsi nella buon'aria dei monti.
In fatti, dopo un mese di vita campestre, a dire dei paesani, ilsignore aveva fatto una ciera più lustra. I suoi denti di alabastrobrillavano più spesso nel sorriso dell'amorevolezza che non in quellodella ironia mefistofelica.
Usciva più sovente al passeggio. Si intratteneva sulla piazzetta audire i colloqui dei contadini, a veder giuocare i fanciulli. Ricevevaqualche visita alla sera. Il curato, il sindaco ed il farmacista eranodivenuti assidui nella sua sala, ed egli stava le lunghe ore adascoltare le loro polemiche religiose e politiche.
Il curato, il sindaco e il farmacista di C… per lui