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BARI
GIUS. LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI—EDITORI—LIBRAI
1912
CURZIO amante
PRUDENZIO pedante
REPETITORE del pedante
RUFINO servo
MALFATTO servo
LUZIO scolaro
MINIO scolaro
TRAPPOLINO regazzo
MASTRO ANTONIO sonatore
FULVIA donna
IULIA donna
LIVIA giovane
RITA serva
CECA serva.
Silenzio. Oh! spettatori, che ciccalar è questo? Di grazia, lasciate unpo' questi vostri ragionamenti e ricordatevi che questo luogo non èBanchi ove si tiene el mercato delle usure e simonie e distupri eadultèri. E voi altri lasciate, di grazia, el mottegiare e 'l burlarealtrui. Bastive l'avere ragionato un pezzo e aver vaghezzato a vostromodo. E credo bene che chi vi cercassi ai piedi vi trovarebbe forsialtro che sputo. Questi pedanti me intendono meglio ch'io non lo sodire. Che spegner è quello che si fa colá sú? Olá! Io dico bene a te,sí, della… Uhu! Vedi ch'io ti chiamarò a nome. Che bisogna che tu ticacci cosí drieto a colui? Orsú! Di grazia, assettatevi el meglio chevoi possete, se non che se spegneranno i lumi e poi farete le comediealla muta. Odi, odi quel vizioso che dice con quell'altro diavolo:—Fa'che li spenghino, ché me vorria mettere intorno a queste donne elevargli quelle gioie e quei pendenti.—Ma tu non sai che vi potrestilasciar i tuoi? E se tu non sei savio, tu sarai balzato peggio che non èquel buffon da bastonate dell'asino. Odi quell'altro che dice:—Costui èun gran bravo.—Son bravo per certo, quando bisogna, com'ora. E nonguardate ch'io sia giovane; ché ne ho date molte piú di punte, come piúpericolosi colpi degli altri, che non n'ho rillevate. E forsi chequalcuno ch'è qui ne può essere buon testimonio: ch'io non fo come fanmolti che portono la spada per fare el crudele coi servitori e con ledonne e stan sulle brusche cere, sul tagliar dei mostacci e brusciardelle porte e 'l far de' Trentuni. Ma dove diavolo mi sono io lasciatotrasportar dalla còlera? Perdonatemi. Colui ne è stato cagione. Di cheragionavo io? Ah sí!… pregavo questi giovani, e cosí vi priego voi chedesiderio avete de odire e intendere le cose del nostro Belo, che statecheti e che allargate e aprite bene el buco degli orecchi acciò che vientri el senso de questa nostra comedia: ché, sí come voi sète capaci ebuoni retentori delle altre materie, che non vi si abbi ad imputare apecoragine el non aver tenuto bene a mente questa e massime non vi sifacendo, per ora, altro argumento; ben che mi rendo certo che voi nonfarete vergogna né a voi né al vostro precettore, avendovi egli, sí comeè il dover, fatt'una buona memoria locale. Questi piú attempati so chenon bisogna ch'io li avvertisca; ché, sí come persone ripiene e di sennoe di discrezione, benché si dica ch'ella è morta, taceranno. Quest'altredonne son certo che, per esser savie e avendo sentito riprender voi, siachetaranno, di sorte che pareranno mutole: ancor che