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LA

PRINCIPESSA

ROMANZO

DI
JARRO (GIULIO PICCINI)

  MILANO
  FRATELLI TREVES, EDITORI
  1894.

PROPRIETÀ LETTERARIA

Riservati tutti i diritti.

Tip. Fratelli Treves.

Al Comm. MATTEO SCHILIZZI

Questo romanzo fu pubblicato, per la prima volta, nelle appendici delsuo diffusissimo giornale Il Corriere di Napoli. Ella stessa ebbe labontà di scrivermi che il gran pubblico napoletano l'aveva accolto,capitolo per capitolo, con la più viva curiosità. Altri miei amici miraccontarono del successo popolare che ebbe in Napoli questo lavoro.S'intitolava allora La Donna Nuda: ma, per varie ragioni, il titoloè stato oggi mutato.

Sono orgoglioso di scrivere in fronte al mio libro, come lietissimoauspicio, un nome illustre, caro all'universale, il nome di ungentiluomo, in cui sono pari la squisitezza dell'intelligenza e lagrandezza dell'animo.

Accetti, nobilissimo amico, il tenue omaggio come espressioned'affetto, d'ammirazione, di simpatia vivissima.

Firenze, 30 giugno 1893.

JARRO.

LA PRINCIPESSA

PARTE PRIMA.

Veniamo ai fatti:

I.

Nel pomeriggio del 30 luglio 18…. un uomo correva trafelato verso ilparco di Montrone, presso Napoli.

Aveva fiori e nastri rossi al cappello: i panni da festa: la facciacome infuocata.

—Domenico!… Domenico!…—Uomini, donne, ragazzi lo chiamavano,sghignazzando, facendosi beffe di lui, ma egli non si fermava.

—È tardi!… è tardi!…—aveva risposto due o tre volte a' piùimportuni.

E aveva continuato nella sua corsa.

Domenico era ben noto per diecine di miglia intorno a Napoli.

Avea servito molti signori, in un anno mutava cinque, sei padroni; erastato cocchiere, cuoco, valletto; aveva pur servito in conventi, inlocande, in osterie, sempre cacciato per la sua intemperanza.

Ora egli era giardiniere del duca di Montrone.

Il duca, ufficiale nell'esercito austriaco, aveva testè preso parte auna delle guerre d'Oriente, ed era tornato la sera innanzi, dopo oltreun anno di assenza, con l'uniforme di generale.

Quel giorno i suoi amici, i suoi contadini, lo festeggiavano.

Il parco di Montrone era tutto imbandierato, vi erano stati erettiarchi di fiori.

Domenico, a una cert'ora, contando che nessuno s'accorgesse dellamancanza di lui, se ne era andato a mangiar e bere con alcuni compagniall'osteria del Falcone, tenuta dalla grossa Elisabetta, di cui eglispasimava.

E fra il bere, il corteggiare, il ridere, si era trattenuto più chenon disegnava.

Ecco perchè correva a quel modo.

In fatti, già tutti si erano accorti della sua sparizione.

Egli doveva presentare al duca i contadini, e, siccome

...

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