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Storia tragicomica
A. BRIGOLA & C., EDITORI
Via Manzoni, 5
Proprietà letteraria.
Milano, 1883.—Tip. Pagnoni.
La nostra amicizia, che dura da anni, e che mai… Perchè mi trema lamano nello scrivere? Donde avviene che dopo aver messe là, sullacarta, una diecina di schiette parole, mi vien meno il coraggio diarrotondare il periodo per dichiararvi tutto l'affetto che vi porto?
Perdonate! Ho appena finito di leggere i due volumi del De-Amicis; duestupendi volumi, pieni di osservazioni vere e profonde, ma… ma…(la colpa non è dell'autore, è tutta mia) tanto affliggenti daprodurre lo sgomento.
Eppure, noi siamo amici, io e voi.
Vi è forse dell'orgoglio, da parte mia, nel dichiararlo al cospettodel pubblico?
È possibile. Ebbene, sì! io vado orgoglioso della vostra amicizia; evoi, non ne dubito, vi compiacete della mia.
Ci amiamo noi per simpatia di età, di carattere, di inclinazioni, digusti letterarî? Io sono un vecchio matto, voi un giovane serio edassestato; io appartengo alla scapigliatura incorreggibile, voirappresentate il modello dei cittadini, dei mariti e dei padri; iofaccio della prosa per far ridere i buontemponi, fabbrico dei versiper far disperare i maestri, e voi scrivete dei romanzi squisitamentearguti, per educare gli animi a tutto che vi ha di gentile e dionesto; infine, voi recitate, sul palcoscenico della letteratura, leparti dignitose e sentimentali, io recito da caratterista e qualchevolta da buffo.
Ed ecco, malgrado questa antitesi, io non mi prendo veruna soggezionea presentarvi e dedicarvi il più balzano, il più strampalato de' mieiracconti. Perchè dovrei aver soggezione? Voi non siete di quelli cheleggono da giudici i libri degli amici; voi riderete delle miestravaganze, e mi manderete in ricambio qualche vostra gentile emelanconica novella, che a me, vecchio matto, farà versare dellelacrime soavi.
Dopo tutto, deve esistere fra noi due qualche affinità oconsanguineità latente, la quale mi farebbe sospettare che discendiamodal medesimo ceppo.
Sta a vedere, adesso, che ci troviamo parenti!…
Eppure… eppure… Vediamo un po'!—Voi timido, io timidissimo (comerideranno certi grulloni al vedere che io mi dichiaro timidissimo!);voi amante dei fiori e dei bimbi, io coltivatore di asparagi e dipatate; voi schivo dalle combriccole, restio alle pompeinsignificanti, alle adunanze accademiche, ai banchetti fraterni (Dio!quanto fraterni!)—io più orso che uomo socievole, più stretto alconsorzio dei cani e dei gatti che a quello degli animali chiamatiragionevoli.
Ma non è qui il luogo di sviluppare il parallelo; ne parleremo fra noia quattr'occhi, forse ne abbiam già parlato e abbiamo conclusoaffermativamente, senza darci la pena di profferire una parola.
Nullameno—poiché ci siamo—non voglio passarmela senza avvertire iltratto più incisivo di somiglianza che esiste fra noi.—Ed è questo:che essendoci entrambi, per elezione o per caso, applicati a cucinaree ad imbandire delle vivande per