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NOTIZIE
DEL PUBBLICO
GIARDINO DE' SEMPLICI
DI PADOVA
COMPILATE INTORNO L'ANNO 1771
DA
GIOVANNI MARSILI
PROFESSORE DI BOTANICA
E PREFETTO DELL'ORTO MEDESIMO

PADOVA
COI TIPI DEL SEMINARIO
1840


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NOTIZIE
DEL
PUBBLICO GIARDINO DE' SEMPLICI
DI PADOVA[1]

La fondazione del pubblico giardino de' semplici[Pag. 7]di Padova, dubbia molto e controversa nell'istoriedi codesta Università, va fissata all'anno1545. Esiste il decreto che la comanda indata dell'ultimo di giugno del suddetto anno[2].

Subito dopo si trasferisce a Padova SebastianoFoscarini, senatore e dottore e uno degli attualiriformatori, per riconoscere ed acquistareil terreno necessario e opportuno a tal uso. Conservasil'istromento d'affittanza o livello per untratto di terra di campi cinque e tre quarti menoventi tavole, stipulato tra il suddetto gentiluomoe li monaci di santa Giustina, con l'annuacorrisponsione di ducati 25 da lire 6:4, li qualituttora si pagano annualmente dalla cassa studioal monastero.

Fu questo il primo giardino botanico piantatoin Europa. Il granduca di Toscana Cosimo I,li Bolognesi e gli Olandesi ne seguirono pocodopo l'esempio con la fondazione di quelli diPisa e di Firenze, di Bologna e di Leiden.

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Il primo custode dell'orto fu Luigi Anguillarabolognese, di cui abbiamo un libretto nondispregevole in materia di piante. Fu condottoal pubblico servizio nel 1546.

Nel 1551, non corrispondendo forse l'Anguillaraall'aspettazione, fu dalli riformatori esortatoe persuaso il patrizio Pierantonio Michiel,versatissimo nello studio delle piante, a volersitrasferire a Padova e assumere la direzione dell'orto,come fece, e sostenne per quattro annital carico, ne' quali moltissimo contribuì alla popolazionee fama dell'orto medesimo, trovato daesso in istato di somma povertà e desolazione,come afferma in una sua lettera all'Aldovrandiche trovasi tra' manoscritti di questo celebre autore,li quali si conservano nella libreria dell'Istitutodi Bologna. Esiste presso lo scrittore diqueste memorie un prezioso manoscritto del Michielin cinque volumi in foglio, con bellissimefigure miniate, degno, quanto il suo autore, d'esserefatto noto al mondo letterario[3].

È di quei tempi, e forse lavoro di DanieleBarbaro promotore e gran fautore di codestaimpresa, la seguente bellissima iscrizione, checontiene le leggi poste dal principe a questo suoprediletto stabilimento, collocata sopra il portoned'ingresso, dove tuttora si legge:

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