STORIA
DEI MUSULMANI
DI SICILIA.


Proprietà letteraria.


STORIA
DEI
MUSULMANI
DI SICILIA

SCRITTA

DA MICHELE AMARI.


VOLUME PRIMO.

FIRENZE.
FELICE LE MONNIER.

1854.

[v]

INTRODUZIONE.

Non ostante la cultura delle colonie musulmaneche tennero la Spagna e la Sicilia e detterotante parti di civiltà all'Europa, egli è avvenutoche la storia loro rimanesse per molti secoli oscurae trasandata, quasi di popoli barbari. E ciò percagione che i cronisti latini e greci del medio evopoco ne scrissero; che le opere arabiche andaronoa male quando i Musulmani sgombravan da queipaesi; e che quel tanto che ne fu serbato in Affricao in Oriente, non potea passare, senza difficoltàgrandissime, dalla società musulmana alla societàeuropea. Quegli ostacoli, superati un po' daldecimosesto al decimottavo secolo, or si vinconofelicemente. La tolleranza filosofica; il genio deglistudii storici; i viaggi; il commercio; le dominazionieuropee in alcuni paesi di Musulmani; lainfluenza esercitata sopra altri; le accademie asiaticheistituite sotto varie denominazioni, in Inghilterra,Francia, Alemagna, Stati Uniti d'Americae stabilimenti inglesi in India; i giornali periodicidi esse; lo zelo di raccogliere manoscritti, moneteantiche e monumenti; l'agevolezza ad appararele lingue orientali; le frequenti pubblicazioni di[vi]libri arabici, han reso ormai praticabili molte ricerchetentate invano dalle passate generazioni.Così qualche opera pregevole rischiara già la storiadei Musulmani di Spagna, e sappiam che altrese ne apparecchino di maggior polso. Così gli annalidelle Crociate si compiono col favor dei cronistimusulmani. Così escono alla luce o s'intraprendonodi continuo tanti altri lavori storici sul'Affrica, su l'Egitto e su varii Stati dell'Asia anteriore.

La genuina tradizione dei tempi musulmanisi dileguò di Sicilia al conquisto normanno, insiemecoi dotti ch'emigravano in Affrica, in Spagnao in Egitto. Se ne andavano con essi i libri; oerano distrutti tra le guerre del conquisto nell'undecimosecolo; tra le sedizioni dei Cristiani nelduodecimo; tra le disperate ribellioni dei Musulmaninei principii del decimoterzo: ancorchè laSicilia non abbia dato, nè anco in que' tempi, loscandalo d'un auto-da-fè di manoscritti arabici,come quello del cardinal Ximenes che ne fece ardereottantamila su la piazza di Granata, mentreColombo scopriva l'America. Il fatto è che dallametà del decimoterzo secolo alla metà del decimoquarto,rimanendo tuttavia in Sicilia, comen'abbiam prove, qualche notaio che intendessegli atti distesi in arabico e qualche Giudeo che traducesseopere dei medici arabi, tal cognizione dilingua non servì a tramandare memorie storiche,ma soltanto a propalar qualche errore degli Arabio dei traduttori. Così io penso leggendo nelle croniche[vii]latine di Sicilia a quel tempo, che dopo icasi del buon Menelao re d'Italia e di Sicilia, iGreci, mandati da Eraclio imperatore di Costantinopoli,si fossero impadroniti della Trinacria; leavessero posto nome di Sicilia, da due voci grechel'una delle quali suona fico e l'altra oli

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