NOVELLE NAPOLITANE.


Novelle Napolitane

DI

SALVATORE DI GIACOMO

Prefazione di BENEDETTO CROCE.

MILANO
Fratelli Treves, Editori

Quarto migliaio.


PROPRIETÀ LETTERARIA.

I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservatiper tutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l'Olanda.

Milano, Tip. Treves — 1919.


[v]

PREFAZIONE.

Queste novelle giovanili del Di Giacomo, scritteventicinque e più anni fa, sono state finora pregiateda pochi perchè note a pochi. Vero è che,per compenso, il pregio in cui le hanno tenutequei pochi, è così alto da valere l'ammirazionedei molti. E io confesso che nel confortare l'amicoautore (il quale, come sogliono talora i veri artisti,si è straniato da esse perchè rappresentanoper lui un periodo oltrepassato e ormai lontanodella sua vita e della sua opera, e le guardacon iscarso affetto, e quasi si scusa di averlecomposte!), nel confortarlo, dico, e nel farglipremure, perchè ne permettesse la ristampa, ero[vi]diviso tra due opposti sentimenti. Da una parte,il desiderio di vedere generalmente gustato elodato ciò che da un pezzo formava oggettodella mia stima fervente; dall'altra, una sortadi rimpianto e di gelosia nel pensare che, trabreve, sarebbe facile a tutti quel godimento cheera riserbato finora solo a chi, come me, avevala fortuna di possedere i leggiadri e rarissimivolumetti del Minuetto settecento (1883), di Nennella(1884), delle Mattinate napoletane (1886) edi Rosa Bellavita (1888).

È accaduto, per le ragioni ora dette, che laddovela fama del Di Giacomo poeta si è rapidamenteampliata negli ultimi anni da fama municipalea nazionale, e persino a internazionale(perchè le sue liriche sono studiate da criticistranieri, e parecchi si sono provati a tradurlein francese e in ispagnuolo, in tedesco e in inglese),il Di Giacomo novelliere è rimasto nell'ombra.«Ma ha scritto anche novelle il Di Giacomo?»,ho udito più volte domandarmi. «E,dite, che cosa valgono?».

[vii]

Tali domande non si rinnoveranno, dopo chesarà stato messo in circolazione questo volume:il quale raccoglie non tutte le novelle del Di Giacomo,[1]ma certamente molte delle più antiche,e insieme delle più belle e importanti. E nessunodubiterà più, o ignorerà, che, oltre un DiGiacomo poeta, c'è un Di Giacomo novelliere.

Senonchè, si può fare poi questa distinzionetra il poeta e il novelliere? Nel Di Giacomo menoancora che in altri: tanta è la medesimezzadel sentimento nelle sue liriche e nei suoi racconti;e tanto i periodi della sua prosa suonanocome strofe di ben elaborata poesia. Ammonimentoa quegli alchimisti letterarii che vannoescogitando la poesia in prosa o il verso libero;e non hanno occhi per vedere che la poesia inprosa e il verso libero non aspettano le loro invocazionie le loro artificiose combinazioni pervenire ad esistenza, ma già esistono nel miglior[viii]modo in quei novellieri, in quei prosatori, chesono intimamente poeti.

Come nell'opera del Di Gi

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