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BIBLIOTECA MINIMA

A. GHISLANZONI
LIBRO PROIBITO

MILANO

TIPOGRAFIA EDITRICE LOMBARDA

StabilimentoVia Andrea Appiani, N. 10.

SuccursaleVia Carlo Alberto, Bott. 27.

1878

PROPRIETÀ LETTERARIA

INTERDETTO

Non credo, per aver scritto gli Epigrammi e le Satire raccolte nelpresente volume, di aver commesso una cattiva azione. Ho espresso conschiettezza le mie idee; ho riso di ciò che a me pareva risibile; hosfogato le mie stizze, e ciò mi ha fatto bene.

Debbo però convenire di aver obbedito ad una istigazione diabolica,allorquando, in un accesso di volgare cupidigia, ho accordato ad uneditore la permissione di scroccare ai curiosi la somma di __duelire__ per l'acquisto di un libro destituito di ogni pregioletterario, e assai pericoloso per chi ci tiene alla quiete ed allasalvezza dell'anima.

Dirò, a disgravio di coscienza, che appena consegnato il manoscritto,non risparmiai preghiere nè lacrime per impedirne la pubblicazione.L'editore fu inesorabile. La sola concessione che mi venne fatta, fuquella di affiggere al frontispizio il titolo di __Libro proibito__,con facoltà di deplorare, in poche righe di prefazione, l'imprudenzapeccaminosa di chi osasse, malgrado il divieto, spinger l'occhiodentro le pagine.

Io compio dunque uno degli atti più ripugnanti all'orgoglio di unoscrittore; io grido con tutta l'enfasi de' miei rimorsi: __Nonleggete!__

Ripeto che in questo libro vi è nulla che possa allettare le personeeducate alla buona letteratura. Figuratevi! Un libro di versi senza unraggio di poesia.—E quali versi! Degli endecasillabi, dei settenarii,degli alessandrini, ecc., ecc., foggiati al vecchio stampo,servilmente ligi ai dettati di una prosodia che ha fatto il suo tempo,e incappucciati, per giunta, di quella grottesca majuscola, che fu ilmassimo obbrobrio di tutti i poemi apparsi in Italia da Dante aManzoni.

Non vi parlerò della lingua e dello stile. Immaginate quanto si puòcommettere di più avverso al gusto moderno. Tutta roba da scarto,ciarpami, ferrivecchi, anticaglia. I soliti vocaboli dei solitidizionari, impastoiati colla sintassi più abusata; infine, lavolgarità ributtante di chi presume possa ancora oggidì riuscireaccetto, o per lo meno tollerabile, ciò che ha la insolenza di farsicapire.

Ma questo è nulla. Chi dice libro satirico, dice libro immorale. Persferzare il vizio con effetto, è d'uopo denudarlo; e questo non si puòfare senza offendere in molti casi quell'ultima virtù delle personecorrotte, che si chiama il pudore.

Lettore: se tu sei, come non dubito, un libertino consumato da ognipiù sozza libidine, dà retta a un buon consiglio: non andar piùoltre—getta al fuoco il volumetto e riprendi la via del bordello. Unpar tuo non deve guardarsi che dal vizio stampato—è la sola forma divizio che può farti arrossire.

Ma tu non badi; mi pare anzi di scorgere ne' tuoi occhiettiscintillanti di lussuria, che le mie parole non sortirono altroeffetto fuor quello di eccitare ne' tuoi sensi un più vivo appetito dilettura.

Ti comprendo.

La tua è una pudicizia del miglior genere, la pudicizia di moda. Tuvuoi mordere al frutto proibito, assapora

...

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